Recensione: Repo Man
Difficile parlare di un film come Repo man ( Il recuperatore per il mercato italiano ) , un film divenuto un vero e proprio cult dove all’interno si mischiano elementi d’azione, thriller, tragicomici e fantascientifici con qualche spruzzata di western vecchia maniera. Un film che se ne frega di seguire una linea retta, attraversando un mondo giΓ di per sΓ¨ alla deriva e frammentato.
Recensione: Repo Man
LA TRAMA
Il film segue le vicende diΒ Otto MaddoxΒ , un giovane punk nella Los Angeles degli anni 80 che Γ¨ licenziato dal supermercato dove lavora per aver preso in giro il suo capo. Poco dopo, il ragazzo scopre che i suoi genitori ( due ex-hippie ) hanno donato il suo patrimonio ad una emittente evangelista. Abbandonata casa, Otto trova lavoro per un’agenzia di recupero macchine dove gli fa da mentoreΒ Bud ,Β recuperatore navigato e al limite del pulp.
I due si metteranno alla ricerca di una misteriosa Chevrolet Malibu valutata stranamente per 20.000 dollari. Questo veicolo contiene qualcosa di misterioso, ricercato persino dall’FBI.
Β HAI MAI LA SENSAZIONE CHE LA TUA MENTE STIA PER CORRODERSI?
Se la vita descritta nella metropoli scorre abbastanza normale, tra il restare a galla e la criminalitΓ di periferiaΒ , Cox ci mostra dei personaggi usciti dal miglior romanzo pulp con i toni di un proto x-files. Uno spaccato della societΓ “ai margini” molto simile ai personaggi descritti da William Burroughs in Pasto Nudo. Esemplare in questo senso Γ¨ l’insieme dei personaggi che vivono la pellicola. Cospirazionisti, agenti dell’FBI, sbandati d’ogni sorta in quello che sembra essere il cercare una risposta ad una societΓ che preferirebbe vederli scomparire , ma tutti allo stesso tempo in lotta prima di tutto con loro stessi e la contraddizione che vivono. Il personaggio di Bud ( interpretato dal magnifico Harry Dean Stanton ) rappresenta il vero medium della vicenda. Colui che affonda le mani nel disagio , barcamendandosi tra una striscia di coca e discorsi assurdi sulla vita , la morale e gli individui.
La fantascienza in questo film si insidia nei dialoghi,Β in maniera totalmente gratuita, al limite del no sense. Quello che all’inizio sembra accadere solo nelle loro teste diventa realtΓ concreta.
PARANOIA E MAGIA
Il film nato da Alex Cox pensato inizialmente come una tesi di laurea, sembra proprio uscire dal cuore di un appassionato, di qualcuno cresciuto tra le pagine dei racconti di fantascienza e le varianti piΓΉ weird del cinema degli anni 50/60. Il regista sembra volerci ricordare anche perΒ Β la citazione al famoso Mcguffin di Un bacio e una pistola, (la valigetta dal contenuto luminoso),Β Β come la letteratura di fantascienza siaΒ una lente attraverso cui creare una diversaΒ realtΓ : in bilico tra paranoia e magia, dietro un banale bagagliaio di una macchinaΒ Β puΓ² nascondersi uno straordinario orizzonte di avventura eΒ un modo di fuggire dalla realtΓ angusta che ci circonda, cosi comeΒ un banale malloppo di soldi che viene sbadatamente scambiato per immondizia eΒ buttato fuori dal finestrino.
Questo film rappresenta uno sconfinamento tra i generi che porta a chiedersi cosa sia in fondo la fantascienza. Continueremo a porci questa domanda nelle prossime recensioni, prendendo in esame film altrettanto ibridi.
Recensione: Repo Man a cura di Shevek e donnahayworth94
Assolutamente da vedere.
bellissimo film e bella anche la riflessione finale. bravi!
visto, film incredibile
visto, film incredibile