Macchine che scrivono : Il caso Sunspring

Machina ex machina

Da molto tempo ormai siamo affascinati dalle macchine. Questo nuovo medium ci ha portato alla scoperta di mondi insospettabili, nuovi , alcuni magnifici , altri oscuri. Da tempi remoti come nel caso dello Scrittore , realizzato da Droz nel Settecento abbiamo sempre cercato di rendere la macchina sempre più simile a noi, dare quella spinta vitale alla creazione.
L’IA ha implicazioni artistiche enormi, anche se al momento limitate. Ma alla domanda “una macchina può scrivere una sceneggiatura?” , il risultato vi sorprenderà.

Sunspring

Benjamin  è una rete neurale artificiale progettata per scrivere script. Egli è stato addestrato tramite pratiche di machine learning  , ossia vengono dati in pasto una quantità di testi elevata ( in questo caso sceneggiature di film famosi di fantascienza ) , in maniera che impari a riconoscerli e in base alle informazioni ottenute, crearne di nuove.
Frutto del lavoro di ricerca di Ross Goodwin sull’intelligenza artificiale ( vi consiglio di vedere un pò dei frutti dei suoi studi e su chi egli sia qui) e del regista Oscar Sharp , Sunspring è un cortometraggio dalle tinte sci-fi, a tratti assurdo, eppure non cosi tanto. La sensazione nel vederlo è quello di essere di fronte ad una strada che ci porta in sole direzioni sbagliate, eppure tutte riconoscibili.

Il film segue il triangolo amoroso, futuristico dei personaggi. “Segue” potrebbe essere una parola sbagliata perchè non c’è trama di cui parlare , solo una serie di eventi sconnessi e bizzarri.
Nonostante questo, in qualche modo riesce ancora a essere una trama. “Non sono una luce brillante”, dice tristemente H a H2, proprio come C appare sullo sfondo. Sebbene la maggior parte di noi, a differenza di H, non risponda all’apparenza di un rivale romantico sputando un bulbo oculare, è tutto stranamente familiare. Tutti riconosceranno il linguaggio del corpo di una relazione andata male. È facile sentire il dolore di H mentre H2 ride insieme a C o si strofina il braccio. Anche se tutto quello che ha appena detto è “Sono un po ‘un ragazzo sul pavimento”. Gli attori fanno un ottimo lavoro nel portare avanti la storia attraverso la loro scelta di azione. Parte del divertimento nel guardare Sunspring è immaginare in quanti modi avrebbe potuto essere girato. Con una sceneggiatura così aperta la storia avrebbe potuto facilmente apparire molto diversa.

L’ambientazione futuristica si adatta perfettamente a tutta questa confusione distopica. Ma Sunspring non è una distopia perché non è davvero niente. A differenza di alcuni film d’avanguardia altrettanto confusi, non ci sono messaggi o significati nascosti. Almeno per ora, l’IA non ha ulteriori motivazioni. La conseguenza è che Sunspring sembra un test di Rorschach, allettantemente suggestivo ma nebuloso. Insieme Sharp e Goodwin hanno trasformato il loro concetto intelligente in un film altrettanto intelligente. E questo esperimento è anche un riff intelligente su uno dei temi duraturi della fantascienza, la macchina intelligente. Solo in questo caso, la macchina ha scritto lo script. L’esperimento mostra il potenziale dell’IA e dimostra anche, spesso con effetti esilaranti, i suoi difetti.

Insomma siamo ancora nell’abisso tra skynet ed Eric Cartman travestito da robot che tira fuori idee su film con Adam Sendler. Ma è pur sempre un inizio.

Vi lascio il link al cortometraggio, liberamente disponibile sul Tubo.

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